Jazle
prosegue la sua settima edizione con un altro grande concerto: il
trio dagli echi latini del pianista Edward Simon.
Venezuelano, influenzato dalla musica popolare della sua terra, dalla
quale ha derivato una pensosa gioiosità, Simon, dotato di nitida tecnica
dalla compostezza classica, ha quali modelli formativi Evans, Hancock,
Jarrett e Powell, rifuggendo il virtuosismo fine a sè stesso, quello
della velocità esecutiva, e scegliendo invece un pianismo virtuoso
sotto altri aspetti: quello della precisione esecutiva, quello della
bellezza del tocco, quello dei preziosismi, armonici e ritmici. Dopo
avere suonato la musica delle sue origini, tra gli altri con Paquito
D’Rivera, Charlie Sepulveda e Jerry Gonzales, Simon approda negli
USA, dove collabora a lungo con musicisti prestigiosi, tra i quali
Greg Osby (1988-89), Kevin Eubanks (1990), Bobby Watson (1991-93),
e Terence Blanchard, nel cui gruppo Simon, chiamato proprio per la
sua tipica “latin tongue”, suona per un lungo periodo (dal 1994 al
2002).
Anche nei dischi a proprio nome Simon è rimasto profondamente radicato
al suo background latino, facendo aderire con sapiente abilità e grande
forza espressiva le armonie del jazz ai ritmi afrocaraibici, ai bolero
e ai folk songs venezuelani, senza però mai eccedere nell’uso dei
clichè tipici della musica popolare caraibica.
Con Simon suonano due grandissimi emergenti del jazz statunitense:
Ben Street al contrabbasso e Adam Cruz (già con la band di Chick Corea)
alla batteria. Un trio dalla concezione aperta, realmente triangolare,
in cui si avvertono echi delle musiche di tutte le Americhe, dagli
Usa ai Caraibi all’Argentina, sino al Venezuela.
Un jazz poliritmico, dunque, dove si sentono tutte insieme le influenze
del background culturale popolare latinoamericano, della impostazione
degli studi classici, del bop rivisto attraverso le più moderne fonti
di ispirazione. Un jazz che, con un tocco rilucente, con un lirismo
evocativo ed una eleganza innata, costruisce architetture solide,
in un contesto multilinguistico e multiculturale estremamente vivace,
tra standards del jazz e profumi latin, in un evento da non perdere.