Jazle - il festival jazz del salento

Tom Harrell quintet
Tom Harrell, flicorno; Francesco Bearzatti, sax; Giovanni Mazzarino, piano;
Stefano Senni, contrabbasso; Paolo Mappa, batteria.

Lecce, Teatro Paisiello, 16 marzo 2000

 

Chiunque abbia visto un concerto dal vivo di Tom Harrell ha capito, nella sua essenza, il potere trasformativo della musica. Quando non suona, Harrell attende, in piedi, impacciato, raccolto su sé stesso, come assente; quando arriva il momento di iniziare un assolo, è come se fosse attraversato da una scarica elettrica. Il suo modo di fare musica, assolutamente particolare e personale, risente della patologia schizofrenica che lo affligge da anni, e che tuttavia ha costituito un incredibile processo formativo della sua vita artistica. Harrell ne è perfettamente consapevole e considera la sua patologia una prerogativa, scherzandoci sopra: una volta commentando di essere entrato nella suite di un albergo, con due stanze, una per ognuna delle sue personalità.
Tom Harrell, trombettista e compositore americano, nasce nel 1946 in Illinois, trasferendosi ben presto nella zona della Baia di San Francisco. Suona la tromba sin dall’età di otto anni, mostrando una straordinaria precocità, anche nell’improvvisazione, "dove sembrava non ci fossero regole", e sin dai 13 anni suona professionalmente jazz in gruppi della Bay area, in jam sessions con Dewey Redman e Eddie Henderson. Nel 1969 si laurea a Stanford con una tesi in composizione musicale, e continua gli studi di arrangiamento e orchestrazione. Il periodo successivo, pur contrassegnato dall’insorgenza della patologia psichiatrica, è artisticamente fertile: viene ingaggiato dapprima da Woody Herman (1970-71) e quindi da Horace Silver (1973-77), con il quale approfondisce l’approccio ritmico alle composizioni: a tal proposito sono da segnalare le sue partecipazioni in gruppi latin-jazz, quali Azteca e Malo (guidato da Jorge Santana, fratello di Carlos Santana). Dopo avere lasciato Silver nel 1977 si stabilisce a NYC, dove lavora con Gerry Mulligan, Bill Evans (partecipando all’ultimo disco di Evans, "We will meet again") Mel Lewis, Charlie Haden e Lee Konitz. E nel 1983 inizia un lungo sodalizio con Phil Woods, nel cui quintetto rimarrà sino al 1989. Dal 1990 é alla guida di proprie formazioni; realizza 12 registrazioni a proprio nome, tra le quali "Visions", "Passages", "Upswing", e le più recenti "Labyrinth" (1996), "The art of rhythm" (1997) e "Time’s mirror", il suo ultimo lavoro, per big-band.
Le sue composizioni sono state eseguite da altri musicisti quali Kenny Barron, Jim Hall e Joe Lovano, e le sue composizioni orchestrali dalle maggiori Orchestre jazz, come la Vanguard Jazz Orchestra. Il magazine "Newsweek" lo ha definito "Il maestro della melodia"; Down Beat, la principale rivista americana di jazz, lo elegge tra le migliori trombe, ininterrottamente, dal 1977, e dal 1995 anche tra i compositori; Harrell inoltre ha vinto il premio della French Academy of jazz ed il premio Danese Jazzpar; i suoi dischi hanno vinto peer tre volte i premi della critica della rivista Jazztimes; "The art of rhythm" è stato eletto miglior disco jazz del 1998 dalla rivista "Entertainment weekly".
Il sassofonista Joe Lovano ha detto di lui: "Tom non suona solo le note giuste- lui diventa ogni nota che suona".

home - news - programmazione 2007 - stagioni 1999-06 - photogallery - sponsor - contatti
Webmaster & Design Maurizio Bizzochetti - Ultimo aggiornamento 18 ottobre 2007