Chiunque
abbia visto un concerto dal vivo di Tom Harrell ha capito, nella sua
essenza, il potere trasformativo della musica. Quando non suona, Harrell
attende, in piedi, impacciato, raccolto su sé stesso, come
assente; quando arriva il momento di iniziare un assolo, è
come se fosse attraversato da una scarica elettrica. Il suo modo di
fare musica, assolutamente particolare e personale, risente della
patologia schizofrenica che lo affligge da anni, e che tuttavia ha
costituito un incredibile processo formativo della sua vita artistica.
Harrell ne è perfettamente consapevole e considera la sua patologia
una prerogativa, scherzandoci sopra: una volta commentando di essere
entrato nella suite di un albergo, con due stanze, una per ognuna
delle sue personalità.
Tom Harrell,
trombettista e compositore americano, nasce nel 1946 in Illinois,
trasferendosi ben presto nella zona della Baia di San Francisco. Suona
la tromba sin dalletà di otto anni, mostrando una straordinaria
precocità, anche nellimprovvisazione, "dove sembrava
non ci fossero regole", e sin dai 13 anni suona professionalmente
jazz in gruppi della Bay area, in jam sessions con Dewey Redman e
Eddie Henderson. Nel 1969 si laurea a Stanford con una tesi in composizione
musicale, e continua gli studi di arrangiamento e orchestrazione.
Il periodo
successivo, pur contrassegnato dallinsorgenza della patologia
psichiatrica, è artisticamente fertile: viene ingaggiato dapprima
da Woody Herman (1970-71) e quindi da Horace Silver (1973-77), con
il quale approfondisce lapproccio ritmico alle composizioni:
a tal proposito sono da segnalare le sue partecipazioni in gruppi
latin-jazz, quali Azteca e Malo (guidato da Jorge Santana, fratello
di Carlos Santana). Dopo
avere lasciato Silver nel 1977 si stabilisce a NYC, dove lavora con
Gerry Mulligan, Bill Evans (partecipando allultimo disco di
Evans, "We will meet again") Mel Lewis, Charlie Haden
e Lee Konitz. E nel 1983 inizia un lungo sodalizio con Phil Woods,
nel cui quintetto rimarrà sino al 1989. Dal
1990 é alla guida di proprie formazioni; realizza 12 registrazioni
a proprio nome, tra le quali "Visions", "Passages",
"Upswing", e le più recenti "Labyrinth"
(1996), "The art of rhythm" (1997) e "Times mirror",
il suo ultimo lavoro, per big-band.
Le sue composizioni
sono state eseguite da altri musicisti quali Kenny Barron, Jim Hall
e Joe Lovano, e le sue composizioni orchestrali dalle maggiori Orchestre
jazz, come la Vanguard Jazz Orchestra. Il
magazine "Newsweek" lo ha definito "Il maestro della
melodia"; Down Beat, la principale rivista americana di jazz,
lo elegge tra le migliori trombe, ininterrottamente, dal 1977,
e dal 1995 anche tra i compositori; Harrell inoltre ha vinto il premio
della French Academy of jazz ed il premio Danese Jazzpar; i suoi dischi
hanno vinto peer tre volte i premi della critica della rivista Jazztimes;
"The art of rhythm" è stato eletto miglior
disco jazz del 1998 dalla rivista "Entertainment weekly".
Il sassofonista
Joe Lovano ha detto di lui: "Tom non suona solo le note giuste-
lui diventa ogni nota che suona".