La programmazione di JAZ LE inaugura la stagione 2001 con un grande
concerto, quello del duo Gianluigi Trovesi - Gianni Coscia. Le ragioni
del successo di questo duo, e, conseguentemente, dell'importanza dell'assistere
ad un loro concerto, sono molteplici. Trovesi, innanzitutto, é
freschissimo vincitore, quale miglior jazzista italiano dell'anno
(e per lui non éaffatto la prima volta), del prestigioso premio
(TOP JAZZ) del piť autorevole giornale italiano di jazz, "Musica
Jazz". Il successo rappresenta il coronamento di una grande stagione,
il cui momento più rilevante é senz'altro la pubblicazione
del CD "In cerca di cibo", registrato per l'appunto in duo
con Gianni Coscia, uscito per la ECM di Monaco, etichetta tra le più
importanti del jazz moderno e contemporaneo (tra le sue fila tra gli
altri Keith Jarrett), sensibile ai richiami culturali del miglior
jazz italiano.
Coscia, dal canto suo, ha il merito di avere sottratto la fisarmonica
(di cui é riconosciuto maestro) dalle balere popolari per portarla
al rango di voce dell'improvvisazione jazzistica. Il suo percorso
musicale, dunque, affonda le sue radici nella musica popolare italiana,
coniugata col jazz di ricerca.
Umberto Eco, che ha dichiarato di dovere la propria iniziazione jazzistica
proprio a Coscia, ha ritratto un delizioso quadro della sperimentazione
di Coscia e Trovesi, firmando le note di copertina del loro CD. "Come
tutti gli esperimenti", scrive Eco "quello di Trovesi
e Coscia é di difficile definizione... e gioca tra omaggi a
grandi maestri", mescolando "ricerca di timbri antichi
e rimembranze classiche a invenzioni originali dei due esecutori".
"Siamo di fronte ad una nuova trasversalità dove cadono
le distinzioni di genere, con un'attenzione (questa sì veramente
nuova) al folklore italiano. Cade persino la distinzione tra musica
che segue una partitura e musica che improvvisa su tema...in un gioco
di richiami tra testi ed eredità diverse, essi inducono talora
nell'ascoltatore sistemi di attese che d'improvviso frustrano, cambiando
le regole del gioco, senza rinunciare a qualcosa cui la musica sperimentale
spesso rinuncia, il piacere". "L'esecuzione", continua
Eco, "può essere apprezzata a livello alto, cogliendo i
rinvii intertestuali, ed a livello basso, come musica tout court,
senza essere disturbati dal rimando erudito e malizioso". Ne deriva,
"ad ogni nuova citazione o invenzione, una festa timbrica, che sa
trarre tutto il possibile dagli strumenti...un modo per rendere popolare
la musica colta e colta la musica popolare". Nato dunque per puro
divertimento più che per progetto, il duo restituisce sempre
questo piacere al pubblico, con la musica ed il dialogare degli strumenti
sulla scena, in un delizioso ed ironico conversare. Il repertorio
é una chicca di scelte di qualità e giochi felici di
travestimento dei brani che, con incredibile semplicità, vengono
fuori dal dialogare in musica dei musicisti. Un concerto ad alto gradimento.