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Kenny Wheeler - John Taylor Lecce, Teatro Paisiello, 28 aprile 2005 |
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Kenny Wheeler è fra i più versatili solisti oggi in attività. Non sfigura né nei contesti bop né tra le più spericolate formazioni d’avanguardia. Benché viva in Inghilterra dal 1952 e sia ritenuto un musicista inglese, Kenny Wheeler è nato in Canada nel 1930. Wheeler comincia a suonare nella sua città natale - St. Catherines - incoraggiato dal padre, suonatore di trombone. Al Conservatorio di Toronto studia tromba, armonia e composizione con Rodney Bennett e William Russo. Subì dapprima l’influenza di Buck Clayton e Roy Eldrige e si orientò succesivamente verso il bebop: soprattutto Miles Davis e Fats Navarro. Trasferitosi a Londra, Wheeler alterna al lavoro come musicista di sezione in orchestre da ballo e commerciali con tournée al fianco di band dalle sonorità squisitamente più moderne quali quelle di Joe Harriott e Ronnie Scott; nel 1959 si unsce alla Johnny Dankworth band con cui debutta al Jazz Festival di Newport e all’interno della quale divenne una delle voci solistiche più importanti. A coronare la sua collaborazione con l’orchestra di Dankworth fu la registrazione del suo primo album come leader Windmill Tilter, caratterizzato da composizioni per big band basate sul Don Quixote di Cervantes. Verso la metà degli anni ‘60 Wheeler poteva già vantare al suo attivo la collaborazione con le big band di Ronnie Scott, Joe Harriot, Tubby Hayes, Friedrich Gulda e la Clarke-Boland Orchestra. Nel 1966 un incontro casuale con il percussionista John Stevens al Little Theatre Club di Londra dà una svolta alla carriera di Wheeler. Con grande stupore dei musicisti della sua generazione il trombettista si cimenta nella musica improvvisata suonando sia con l’Ensemble Spontaneous Music di Stevens che con il gruppo di Tony Oxley. Grazie al sassofonista Evan Parker e al chitarrista Derek Bailey, Kenny viene introdotto nella Globe Unity Orchestra, la big band tedesca diretta dal pianista Alexander von Schlippenback, con cui registrerà numerosi album nel corso di una lunghissima collaborazione lungo gli anni. Nel 1971 Anthony Braxton, impressionato dall’abilità di Wheeler nel suonare le parti dell’album The Complete Braxton, lo invita ad entrare a far parte del suo gruppo. La musica di Braxton diviene la principale attività per Wheeler fino al 1976, quando sopraffatto dalle difficoltà legate al pendolarismo fra Londra e New York lascia la collaborazione col quartetto. Nel frattempo tuttavia Wheeler registra anche Song For Someone, un disco che contrappone elementi free a elementi jazz (diventato Melody Maker Album Of The Year nel 1975), e Gnu High, un album che conserva ancor oggi un’intatta freschezza, mettendo in luce una poetica intimista ma anche ricca di slancio. Il disco, inciso con Keith Jarrett, Dave Holland e Jack DeJohnette venne concordemente definito dalla critica un nuovo picco sia per il trombettista che per l’etichetta: Quintessential (Stereo Review), Unbeatable (Melody Maker), Superb (Jazz Forum), Miraculous (Time Out) etc. Anche se gli stessi critici però si rivelarono meno loquaci a favore del trio Azimuth (Wheeler, John Taylor e Norma Winstone) i cui album tutti incisi per la ECM si distinguono in quanto a sottigliezza e per questo richiedono un ascolto più attento per un completo apprezzamento. Nel 1977 Wheeler registrò Deer Wan con Jan Garbarek, John Abercrombie, Dave Holland, Jack DeJohnette e Ralph Towner. L’album fu subito considerato la più completa espressione delle intenzioni musicali di Wheeler e un critico lo valutò così: "Garbarek può benissimo essere il partner in prima linea ideale del trombettista... il loro stile è caratterizzato da una specie di ascetismo; e quando si esibiscono in tandem l’effetto è raddoppiato". Nel 1979 Wheeler entra a far parte del Dave Holland Quintet. La registrazione di Double, Double You risale al 1983 ed è stata realizzata con una diversa line-up: Michael Brecker, John Taylor, Dave Holland e Jack DeJohnette. Ancora una volta i critici rimasero entusiasti da questo lavoro come questo estratto da Fanfare ben testimonia: "Wheeler è uno dei trombettisti più affascinanti. Per quest’ultimo album si serve del prolifico sassofonista tenore Mike Brecker per rafforzare ancora più la front-line. John Taylor, Dave Holland e Jack DeJohnette forniscono una potente sezione ritmica, sensuale, raffinata e munita inoltre di un’incredibile forza individuale ... Ne raccomandiamo vivamente l’ascolto". Nel 1988 fa una tournée con il suo nuovo quintetto composto da John Abercrombie, John Taylor, Dave Holland e Peter Erskine accolti con entusiasmo da stampa e pubblico. Una stessa accoglienza è riservata anche al tour del 1990 che segue le registrazioni di The Widow in the Window e di Music for Large and Small Ensemble, altri due assoluti capolavori a firma del grande trombettista canadese. In particolar modo nel secondo titolo si possono ammirare appieno tutte le straordinarie qualità e l’assoluta originalità di Wheeler quale arrangiatore. A metà degli anni ‘90 Wheeler sfodera un altro capolavoro assoluto: Angel Song. Il lavoro è inciso questa volta con una band unica ed eccezionale che vede al fianco del solista anglo-canadese il chitarrista Bill Frisell, il sassofonista Lee Konitz e il contrabbassista Dave Holland. Il disco, ancora una volta acclamato dalla critica, trae la sua forza e la sua novità dal magistrale interplay dei musicisti ed è senz’altro uno dei risultati più originali e inconfondibili dell’arte del trombettista. L’ultima sua incisione A Long Time Ago sempre per la ECM vede un ensemble di ottoni assieme ad un trio composto dallo stesso Wheeler, John Taylor e il chitarrista John Parricelli che combina magnificamente una sonorità di tipo classico e una più vicina al jazz. Di prossima pubblicazione inoltre un disco in duo con John Taylor per l’etichetta italiana EGEA. Attualmente Wheeler è alla guida di un quartetto con John Taylor, Chris Laurence e Adam Nussbaum. Kenny Wheeler è inoltre un attivo docente di musica in numerosi seminari internazionali che si svolgono in tutto il mondo. Per descrivere la sua stessa poetica Wheeler ironicamente si definisce stilisticamente un musicista "schizofrenico" in cui due diversi suonatori sembrano continuamente competere per avere la meglio nei suoi soli. Da una parte c’è il musicista melanconico e romantico, influenzato da Art Farmer o dal Miles Davis di Kind of Blue; dall’altra invece c’è un trombettista molto più libero e spregiudicato e altrettanto espressivo di un Don Cherry o di un Tomas Stanko. Difficile è dire quale di questi Wheeler è stato più importante per la più giovane generazione di trombettisti. Come compositore, invece, si può senz’altro dire che Wheeler abbia pochi eguali nel jazz di questi ultimi anni. Infatti, la fluidità dei suoi temi e il suo gusto per le armonie più inusuali fanno di Kenny un musicista stimatissimo da tutti i suoi colleghi. Tra l’altro, ad aggiungersi ad una straordinaria versatilità in ambito jazz, la sua attività di compositore si sta estendendo in questi anni anche verso musicisti di ambito classico: il pianista Alexander Lonquich ha eseguito in diverse sale e città europee un brano per lui scritto da Wheeler e più recentemente uno dei migliori ensemble europei di musica antica ha suonato assieme al trombettista canadese dei brani scritti per ensemble di viole da gamba e voce. Nonostante la severa autocritica e la sua quasi leggendaria avversione al riconoscimento, Kenny Wheeler rimane oggi uno dei trombettisti e dei suonatori di flicorno più ricercati in Europa e nel mondo. Tra le numerose collaborazioni oltre a quelle già sopra citate menzioniamo anche: The Berlin Contemporary Jazz Orchestra, Ralph Towner, Nguyên Lê, Paul Bley, Kenny Werner oltre a numerosissimi altri. |
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